Spartacus è un film con, alle spalle, tantissimi aneddoti e curiosità. Gli uomini che ne hanno scritto, costruito e garantito il successo hanno vissuto sulla loro pelle esperienze drammatiche, comiche, surreali. In scena e dietro le quinte sono nate storie che ci regalano un racconto parallelo al film.
Si è cercato, in questo saggio, di riportare le più interessanti ed efficaci.
In un’epoca Hollywoodiana in cui sono le persone e non i computer a creare i film, conosciamo ciò che ha reso possibile, malgrado tanti impedimenti, la creazione di una pellicola perfetta ancora oggi. “La disfatta di Spartaco è diventata la vittoria dell’uomo… e del cinema”.
L’articolo completo è disponibile sul numero 2 (2019) di “Riscontri”
La rivista è distribuita nelle librerie fisiche e in quelle online
Giovanni R. Galaffu, nato a Ozieri (SS) nel 1982. Laureato in scienze dell’antichità con specializzazione in Filologia Classica. Autore di racconti e di due romanzi brevi: L’Intarsio e Il Sonno di Dio.
Tra le peggiori devastazioni compiute dal Risorgimento va annoverata la distruzione della nostra immensa cultura rinascimentale. Basti pensare che cosa è rimasto, da De Sanctis in poi e ancora oggi nellʼinsegnamento scolastico, dei tre grandi della nostra letteratura del Cinque-Seicento: Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Giovan Battista Marino. Con Ariosto ridotto a un contafavole, Tasso a un bigotto, Marino a un venditore di fumo.
Di Giambattista Marino le antologie continuano a riportare essenzialmente due brani dal poema Adone: il canto dellʼusignolo e lo sbocciare della rosa. Due brani di riempimento, non irrilevanti ma quasi, inseriti dal poeta
come intermezzo tra i vari eventi “di peso” che descrive. Un poeta innocuo? Qualcosa non torna, se è vero che Marino – nonostante le entrature che aveva ai massimi livelli delle autorità politiche e religiose dʼEuropa – alla fine venne condannato dallʼInquisizione per oscenità e blasfemia.
Per dirla con la Censura dello Stato pontificio, Marino si rese colpevole di irreligiosas hiperboles, profanum usum sacrarumvocum, “immagini poetiche blasfeme, uso profano dei termini sacri”. Non era solo questione di una citazione qua e là. Era lʼintera operazione Adone ad apparire insopportabile: apparentemente reazionaria (specie sul piano politico, contro gli ugonotti francesi, e cosmologico, a favore della dottrina geocentrica, sebbene Marino poi fosse amico di Galileo), in realtà sovversiva nel riproporre un cristianesimo paganizzato, o un paganesimo cristianizzato, fuori tempo massimo. Si susseguono nellʼAdone le rielaborazioni dellʼinno a Venere di Lucrezio. Nelle Dicerie sacre si riesce perfino a elogiare la buonanima di papa Alessandro VI Borgia; roba che riproporrà solo Nietzsche in tempi moderni. Trasvalutazione dei valori.
La visione mariniana del mondo e di Dio può essere accostata al fenomeno religioso in tante aree dellʼAmerica Latina, dove Crocifissi e Madonne convivono senza problemi con riti tradizionali, culture pre-cristiane, sacerdotesse, guaritori, magia, sostanze stupefacenti, divinità ricavate perfino dalle statue pubblicitarie dei tabaccai, allegria, Santa Muerte e carnalità.
L’articolo completo è disponibile sul numero 1- 2018 di “Riscontri”
Dario Rivarossa “ilTassista Marino” è traduttore da inglese e tedesco, illustratore, conferenziere, saggista online e scrittore, specializzato in ricerche su Dante, la poesia barocca, la letteratura anglosassone. Ha pubblicato narrativa e immagini su antologie Usa, oltre al saggio Dante era uno scrittore fantasy, GuardaStelle 2012, tradotto anche in inglese. Per le edizioni Il Terebinto ha scritto il romanzo Il Divino Sequele tradotto la biografia Blade Runner 1971: Il prequel di Tessa B. Dick. Contatti: dario.rivarossa@gmail.com
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